Alcuni nostri punti di forza per l’indipendenza
carta geografica del Regno di Napoli Chi ti ha detto che non siamo pronti per l’indipendenza? Chi ti ha detto che non abbiamo risorse? Forse chi lo dice vede troppi telegiornali italiani, non segue quelli locali Napolitani e non si documenta su fonti alternative.

Se molte persone nate in Napolitania non si lasciassero condizionare dai mass-media e si guardassero bene intorno mettendo da parte il pessimismo che ci hanno inculcato, riuscirebbero a trovare quanto di positivo abbiamo scoprendo molti dei nostri punti di forza. Il sottoscritto lo ha fatto ed è pronto a indicarne qualcuno.

Per quanto riguarda il campo alimentare abbiamo prodotti agricoli d’eccellenza che si esportano in tutto il mondo. Nel tavoliere si coltiva il grano e gli olivi da cui si ricava il famoso olio pugliese esportato in tutto il mondo, lo stesso possiamo dire degli oliveti cilentani, i pomodori di Sanmarzano, i sorrentini, i pomodorini del Vesuvio che si possono conservare tutto l’anno, ovvero quelli del piennolo e tante altre varietà, arance, mandarini e limoni che vengono coltivati anche nei piccoli giardini, non mancano coltivazioni di ciliegie, le olive di Gaeta, nella Piana del Sele si coltivano i kiwi che fanno dell’Italia il secondo produttore mondiale (il posto dell’Italia lo prenderebbe la Napolitania). La famosa mozzarella di bufala che tutti cercano di imitarci, quella di mucca ed i vari formaggi tipici fatti con latte di pecora, allevamenti di pollame, conigli ecc. Abbiamo le nostre fabbriche di pasta e quelle delle conserve di pomodoro senza tralasciare le industrie dolciarie con i loro prodotti esclusivi, delizie per il palato. Non mancano strutture di alta tecnologia; tutti i componenti per il programma spaziale italiano si realizzano a Napoli (logicamente i telegiornali italiani non lo dicono…e parlano solo di camorra e munnezza). Nel campo della programmazione informatica abbiamo ditte valide sul tutto il territorio Napolitano. Il porto di Napoli è ancora tra quelli con il maggior tonnellaggio di merci in transito tra i porti mediterranei, anche i porti di Taranto, Bari e Salerno hanno gradi volumi di merci. Ci sono fabbriche nel campo delle pelli che producono borse, guanti e valigerie molto ricercate, inoltre gli esclusivi cravattifici napoletani.

La Napolitania è favorita anche nella produzione di energia con fonti rinnovabili, avvalendosi dell’energia solare e dell’eolico, potenzialmente potrebbe coprire una cospicua parte del fabbisogno energetico della repubblica italiana, essendo la Napolitania un quarto della superficie dello stato italiano è facile ipotizzare che potremmo aspirare a coprire tutto o quasi il nostro fabbisogno. Non dimentichiamoci poi che la Basilicata è piena di petrolio ed in caso d’indipendenza potremmo stralciare i contratti petroliferi e farne altri a nostro vantaggio.

Lasciando il campo produttivo dove sicuramente non ho citato tutto, ci ritroviamo un patrimonio monumentale ed architettonico unico al mondo; la penisola italiana ha la metà del patrimonio mondiale di monumenti, la sola Napolitania ne ha più della metà ovvero più del 25% del patrimonio monumentale mondiale con ben 21 siti nella lista dei Beni mondiali dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO. Abbiamo nove parchi nazionali. Nel campo della cultura malgrado i boicottaggi dello stato italiano, abbiamo l’Università Federico II di Napoli che è considerata tra le venti migliori del mondo, questi dati sono dell’Osservatorio Internazionale sulle Università. Anche altre facoltà hanno numerosi corsi d’eccellenza.

Oggi Napolitania è oppressa da uno stato che fa unicamente gli interessi cisalpini ed a nostro danno. L’indipendenza ci porterebbe ad avere uno Stato che per forza di cose farebbe i nostri interessi valorizzando quanto di buono ho citato e quanto per brevità ho omesso.

Molte persone sono convinte che uno Stato per essere competitivo deve essere anche esteso territorialmente.

Qualora la Napolitania fosse uno stato indipendente a se stante avrebbe una superficie di 76991 chilometri quadrati che lo farebbe essere il 22° stato su 44 in Europa per superficie, considerando tra questi quello che rimarrebbe della Repubblica italiana e non considerando il Kossovo comunque poco più esteso della Basilicata. La Napolitania sarebbe più grande d’Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera e Belgio. Solo per citare paesi economicamente forti.

Per popolazione invece sempre su 44 stati europei sarebbe all’11° posto. Essendo più popoloso di paesi economicamente fiorenti come: Belgio, Portogallo, Svezia, Austria, Svizzera, Danimarca, Norvegia, Finlandia. Rispetto a stati sovrani di altri continenti la Napolitania sarebbe più estesa di 15 stati Asiatici su 47, di 15 stati africani su 53, di 15 stati americani su 35 e di 10 stati dell’Oceania su 13.

Se gli stati dovessero essere floridi in proporzione alla superficie allora il Sudan 2505813 chilometri quadrati dovrebbe essere una superpotenza e non uno degli stati più poveri del mondo. Mentre il principato di Monaco dovrebbe essere lo stato più povero del mondo perché ha una estensione di 1,95 chilometri quadrati. Invece è uno degli stati più ricchi dove ognuno sogna si andare a vivere. Basti pensare che la Slovenia è più piccola della Sicilia, è quasi uno stato interno eppure è un paese ricco. In tutto il mondo ci sono 33 stati sovrani con una superficie inferiore ai 10000 chilometri quadrati. Perciò il problema della grandezza dello stato è un problema da non prendere in considerazione.

Queste sono solo due delle opposizioni a cui replico a coloro che dubitano sull’opportunità di tornare indipendenti.

Joseph Epomeo
6 febbraio 2011