COMUNICATO STAMPA
2010/002-CNN del 20 ottobre 2010
La macroregione Napolitania Il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania è lontanissimo dalla soluzione. Le autorità italiane centrali, regionali e provinciali non vogliono risolvere il problema e preferiscono favorire gli interessi delle lobby che vogliono aprire discariche ed inceneritori.

L’unica soluzione ragionevole ed ecologicamente valida è la raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio dei vari materiali che compongono i rifiuti solidi urbani. I cittadini campani vogliono questa soluzione ed in ogni comune dove si fa la raccolta differenziata hanno dimostrato senso civico e spirito di collaborazione.

Le popolazioni di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase si battono per: 1) la chiusura della discarica in cava Sari situata a mille metri dal centro abitato, che emana effluvi maleodoranti strozzando il fiato agli indigeni e non l’apertura della discarica in cava Vitiello. 2) Rispetto del diritto vitale ed umano alla salute 3) Rispetto del diritto a vivere in un ambiente incontaminato e salubre 4) Rispetto dell’integrità ecologica del Parco Nazionale del Vesuvio, già compromessa con la discarica in cava Sari, affinché il Parco Nazionale del Vesuvio sia il volano per lo sviluppo economico eco-compatibile della zona.

La casta politica della repubblica italiana e le lobby delle discariche e degli inceneritori hanno obbiettivi in contrasto alle popolazioni Napolitane e perseguono un disegno economico che è di fatto amorale e criminale.

La repubblica italiana con la sua politica retrograda, approssimativa, antiecologica ed antipopolare ha costretto le popolazioni di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase a forme estreme di protesta per far valere i loro giusti e sacrosanti diritti.

E’ in atto un tentativo da parte della casta politica della repubblica italiana di criminalizzare la giusta rivolta delle popolazioni locali ed un abuso che non rispetta i più elementari diritti umani per altro sanciti dall’O.N.U., di esasperare i manifestanti con continue cariche della polizia anche contro persone indifese come donne e bambini provocando la reazioni di cittadini già scontenti per altri motivi.

I tentativi di criminalizzazione del dissenso non sono nuovi per lo stato italiano che sin dal suo nascere nel 1860 usando questi metodi criminalizzò la popolazione Napolitana del Regno delle Due Sicilie definendola brigante e criminale per natura e tendenza, così da giustificare i massacri di massa in oltre 60 paesi delle province Napolitane.

La repubblica italiana non vuole dialogare con le popolazioni campane e lo ha dimostrato con la promulgazione del decreto legge del 23 maggio 2008 n. 90 convertito nella legge del 14 luglio 2008, n. 123 (link) che militarizza i siti scelti per le discariche e gli inceneritori ed allo stesso tempo consente negli stessi lo smaltimento anche di rifiuti tossici. Tutto questo senza che le popolazioni interessate possano opporsi, pena essere sparati perché si è violato un sito militare.

Sono molti i comuni di Terra di Lavoro, Principato Citeriore e Principato Ulteriore cioè l’attuale Campania dove la raccolta differenziata supera il 60%. Attualmente nel comune di Napoli in soli 5 quartieri si fa la raccolta differenziata porta a porta ovvero: Colli Aminei, Bagnoli, Chiaiano, Rione Alto e Ponticelli interessando 90.000 abitanti e duemila negozi si sono raggiunte percentuali altissime (link). Bagnoli 87,4% , Ponticelli 77,1 %, Colli Aminei 75,6 %, Chiaiano 75,0% , Rione Alto 74,4 % (link).

Le discariche ormai è noto creano gravissimi problemi all’ambiente come l’inquinamento delle falde acquifere ed alla salute, causa le esalazioni maleodoranti. Tutte le popolazioni che vivono vicino ad una discarica hanno percentuali di tumori altissime rispetto alla media italiana.

Gli inceneritori producono più rifiuti di quelli che bruciano. Ad esempio l’inceneritore di Brescia nell’anno 2000 ha trattato 265.000 tonnellate di rifiuti. Questo trattamento ha prodotto 74.000 tonnellate di rifiuti speciali solidi. (Scorie: 58.000 tonnellate + ceneri: 3.000 tonnellate + 13.000 tonnellate di polveri filtrate ed esportate all’estero, depositate dietro pagamento, in miniere esaurite di salgemma) e ben 283.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2), principale responsabile dei gas serra! Il totale dei rifiuti usciti dall'inceneritore è stato perciò: 74.000+283.000 = 357.000 tonnellate di rifiuti. Ben 92.000 tonnellate in più di tutti i rifiuti inceneriti! Questo perché per la legge di Lavoisier, "Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma". Per mantenere la combustione dei rifiuti sono stati utilizzati almeno 5 milioni di metri cubi di metano, con un costo esentasse di oltre 2,5 miliardi di vecchie lire! Sommando i rifiuti, con il metano e l'ossigeno sottratto all'atmosfera per la combustione, otteniamo la stessa quantità di rifiuti bruciata nell’inceneritore di Brescia nel solo anno 2000.

L’apertura delle discariche favorisce le eco-mafie perciò quando le popolazioni locali protestano contro una discarica protestano anche contro la camorra.

L’incenerimento dei rifiuti favorisce solo il gestore dell’inceneritore che viene pagato dallo stato con i cp6 in proporzione al peso di rifiuti bruciati. E’ facile capire che i gestori degli inceneritori hanno tutto l’interesse perché non ci sia il riciclaggio dei rifiuti visto che, più si ricicla meno si guadagna.

Dopo l’ ispezione dei commissari europei, del 28 e 29 aprile 2010 alle discariche di Terzigno, Chiamano e Ferrandelle ed all’inceneritore di Acerra; il governo italiano per state giudicato inadempiente rispetto agli obblighi relativi a una corretta gestione dei rifiuti.(link).

L’Italia è stata condannata dall’unione europea per le infrazioni commesse durante la gestione commissariale del ciclo dei rifiuti.

Joseph Epomeo
20 ottobre 2010