La Napoletanità
carta geografica del Regno di Napoli Qualcuno sostiene che la nostra identità consiste nel crederci furbi, vivere di espedienti, di raggiri e del saperci arrangiare. Ebbene,.. non è così! Le stesse persone dicono che non dovremmo essere fieri di aver avuto nella nostra storia personaggi illustri. Anche questo è sbagliato, e vi dimostrerò il perché.

Innanzitutto considero Napoletani tutti coloro che, essendo nati a Napoli o in provincia, amano la loro terra: questi non parlerebbero mai male di Napoli con i forestieri, ne farebbero o penserebbero qualche cosa contro la loro amatissima città. Mentre quelli che operano con scritti, discorsi ed atti contro la loro città natale non vanno considerati Napoletani ma solo: traditori.

I Napoletani veri, abitano una città fondata dai greci che sono coloro che hanno messo le basi per la civiltà occidentale. Civiltà che è cominciata a sparire nel 1789. Nella Magna Grecia la civiltà ellenica è rifiorita e da qui si è diffusa in tutto il mondo. Le Due Sicilie sono state la culla di questa civiltà e Napoli le ha dato un contributo notevole. Questa è la prima cosa di cui andare fieri.

I Napoletani sono sempre stati un popolo libero. I romani non riuscirono a conquistarci, fummo noi ad allearci con loro ed essere alleati fedeli. Fuori le mura di Napoli Annibale fu battuto. Sia con la repubblica che con l’impero, Napoli mantenne un’ampia autonomia, conservando molti diritti tra cui quelli di parlare greco e battere moneta. Tutto questo rimase fino al V secolo d.C.; Napoli era il centro culturale per eccellenza di tutto l’impero romano. Qui Virgilio scrisse l’Eneide, e qui Nerone preferiva esibirsi perché riteneva il pubblico Napoletano il più competente in campo artistico. Sono queste cose ed altre, che ci rendono fieri.

A Napoli hanno predicato sia San Pietro, che fu il primo Papa, che San Paolo. Insomma i due apostoli più importanti. Il primo vescovo di Napoli fu nominato proprio da San Pietro. Già nel I° secolo la comunità cristiana di Napoli era molto importante, ed essere cristiani cattolici è un'altra caratteristica della nostra identità. Siamo nella maggioranza dei buoni cattolici, equilibrati nel professare la fede cristiana; e questa è un'altra cosa di cui andare fieri.

Caduto l’Impero Romano d’Occidente, Napoli divenne sotto l’Impero d’Oriente prima un ducato con un ampia autonomia e poi, dall’800 in avanti, completamente indipendente. Per sei secoli i Napoletani hanno difeso un territorio grande come l’attuale provincia di Napoli contro numerosi e agguerriti nemici: longobardi, saraceni, truppe papali, bizantini. Nessuno di loro riuscì a conquistare Napoli, anzi col tempo molti di questi nemici sono scomparsi perché i loro stati si sono disgregati, come i saraceni ed i longobardi, o hanno perso potenza come i bizantini. La gloriosa storia del Ducato di Napoli è la conferma della nostra identità di popolo libero, detentore di uno spirito libero.

Il Ducato di Napoli non entrò nello stato delle Due Sicilie in seguito ad una conquista ma perchè i napoletani trattarono l’annessione con l’Altavilla. E’ vero che si sarebbe potuto resistere ad un attacco ma prima o dopo la fine sarebbe arrivata e con la sconfitta militare anche la perdita di ogni autonomia. I napoletani che per sei secoli avevano mostrato capacità di guerrieri e di abili diplomatici, pensarono di accordarsi con Ruggiero, ed entrarono a far parte del Regno di Sicilia (così si chiamava nel XII secolo il Regno delle Due Sicilie). L’annessione non comportò la fine delle istituzioni ducali e i napoletani mantennero la gestione della loro città. Aver lottato e vinto per sei secoli, come ducato di Napoli, ed essere capitolati in modo onorevole, sapendo trattare i propri interessi: è cosa positiva. I politici di oggi non sanno trattare gli interessi di Napoli anzi non vogliono farlo.

Quando Carlo d’Angiò divenne re di Sicilia, la capitale fu trasferita da Palermo a Napoli. Divenuta capitale nel 1266 iniziò un periodo che la portò ad essere tra le città più importanti del mondo e la metropoli del Sud Italia continentale, che nell’etimologia greca significa: città madre. La parte continentale delle Due Sicilie era il suo territorio metropolitano. Per secoli, fino alla metà del XX° ed anche oltre, Napoli è stata punto di riferimento del Sud Italia continentale: centro culturale, politico ed economico. Proprio tra il 1266 e il 1860 Napoli ha collezionato quei tanti primati che rendono i Napoletani più acculturati e ancor più fieri di appartenere a una così nobile comunità. Napoli fu definita “La nobilissima” e tali sono tutti i veri Napoletani. Quei primati però non devono solo essere l’oggetto d’orgoglio, ma innanzitutto la cartina di tornasole della ex-grandezza di Napoli, quando era amministrata da persone che ne avevano a cuore le sorti, quando in questa città ogni abitante era consapevole che con il suo lavoro ed il suo comportamento civico, contribuiva al benessere della comunità.

Tutto quello di cui possiamo andare fieri, è stato fatto prima del 1860. Lo stesso vale per la letteratura in lingua Napoletana, per la canzone e per i piatti tipici tra cui la pizza che piace in tutto il mondo.

Certo se non fossimo stati barbaramente invasi dalle orde padane, saccheggiati di ogni bene materiale e di molti beni morali, oggi avremmo un posto di rilievo nel mondo, sicuramente in positivo. In quest’epoca di globalizzazione non avremmo dato solo la pizza, la mozzarella e la canzone napoletana, ma molto di più a questa cosiddetta:“cultura” globale.

Essere dei buoni Napoletani non è da eroi, ma è una cosa spontanea. Non è necessario essere: statisti, filosofi, scienziati, letterati, santi; basta fare il proprio dovere civico, ma nel farlo bisogna anche essere rassicurati che questo serve al benessere della comunità e che non sia vanificato da coloro che amministrando, intrallazzano per i loro interessi e contro il popolo. Se pago le tasse devo avere un ritorno in migliori servizi. Invece oggi si pagano le tasse solo per mantenere la casta politica, oppure vanno sprecati. Solo una minima parte delle tasse viene usata per i servizi ai cittadini, e la parte maggiore va ad appannaggio del nord. Il cittadino onesto del sud si sente trattato da fesso. Comunque non giustifico chi evade le tasse, bisogna continuare a comportarsi onestamente, per essere allenati quando un giorno torneremo ad avere uno stato che fa gli interessi dei Napoletani come avveniva fino al 1860.

Napoli ha un valore affettivo inestimabile. Mettiamo ad esempio che qualcuno mi strappi con forza un oggetto che per me ha un grande valore affettivo e lo getti in una cacata morbida e fresca, (è quello che i nemici hanno fatto con Napoli), anche se la cosa mi disturba metto le mani nella merda e lo recupero, in seguito laverò bene le mani e l’oggetto, e per togliere la puzza al limite cospargerò profumo sulle mani e sull’oggetto. Questo va fatto con Napoli. La merda sono i nemici esterni (Padania, Europa, banche centrali, alta finanza, poteri forti, ecc.) ed i nemici interni (i traditori).

Giuseppe Savoia
9 febbraio 2008